Curiosità

Ecoansia, psicologia e cambiamento climatico



L’ecoansia è un termine che viene utilizzato per descrivere la sensazione di ansia, stress o paura causata dal cambiamento climatico e dai suoi effetti sull’ambiente.

È una condizione che sta diventando sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani, che sono più consapevoli della gravità del problema.

Definizione e Origine dell’Ecoansia

L’ecoansia è definita come una risposta sana alle minacce reali come disastri naturali e cattiva gestione del pianeta.

La direttrice della Scuola di Ecopsicologia, Marcella Danon, la definisce come un disagio derivante dal sostegno insufficiente della società alla vita. Secondo la psicoterapeuta britannica Caroline Hickman, non si tratta di una patologia, ma di una reazione naturale.

Sintomi dell’ecoansia

L’ecoansia può manifestarsi in diversi modi, tra cui:

  • Insonnia
  • Iperventilazione
  • Attacchi di panico
  • Depressione
  • Ansia sociale
  • Isolamento sociale
  • Pensieri suicidi

In alcuni casi, l’ecoansia può portare a comportamenti disadattivi, come l’abuso di sostanze, il ritiro sociale o il ritiro dalla vita lavorativa.

Come gestire l’ecoansia

Non esiste una cura per l’ecoansia, ma ci sono diversi modi per gestirla. Tra questi, ci sono:

  • Parlare con un terapista o un counselor
  • Unirsi a un gruppo di sostegno
  • Informarsi sul cambiamento climatico e sulle sue cause
  • Fare qualcosa per aiutare l’ambiente, come ridurre il consumo di energia, riciclare e compostare

Tra le misure per far fronte all’ecoansia ci sono la ricerca di supporto, la meditazione, l’esercizio fisico, la limitazione delle notizie negative e l’attivismo per il clima.

Il cambiamento climatico è un problema grave che sta minacciando il nostro pianeta. L’ecoansia è una risposta naturale a questa minaccia. È importante riconoscere e affrontare l’ecoansia, in modo da poter vivere una vita sana e produttiva.

Casi di cronaca

Ci sono molti casi di cronaca che testimoniano l’impatto dell’ecoansia sulla vita delle persone. Un esempio è la storia di Greta Thunberg, una giovane attivista svedese che da anni si batte per il clima. Greta ha ammesso di soffrire di ecoansia, ma ha anche detto che la sua passione per l’ambiente la aiuta a superare la paura.

Il tema è diventato “esplosivo” quando ad essere coinvolto è stato direttamente il ministro dell’Ambiente italiano e una giovane.

Nel cuore del Giffoni Film Festival, una giovane ragazza si è presentata con le labbra tremanti e gli occhi pieni di lacrime. Le sue parole, seppur sommesse, erano cariche di una paura urgente e tangibile che lei chiamava “eco-ansia”, il timore che la crisi climatica potesse presto raggiungere un punto di non ritorno.

“Lei parla di obiettivi per il 2030, 2050. Mi sembrano così lontani”, ha detto al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, trattenendo a stento i singhiozzi e chiedendo implorante: “Non avete paura per il futuro dei vostri figli e nipoti?“.

Il Ministro Fratin, visibilmente commosso e quasi in lacrime, ha risposto innanzitutto di possedere “la forza del dubbio”. Non è riuscito a proseguire oltre, ma ha concluso affermando il suo dovere nei confronti del pubblico e dei suoi nipoti, con la voce incrinata e le lacrime agli occhi.

Pareri degli esperti

Gli esperti concordano sul fatto che l’ecoansia è un problema reale e che può avere un impatto significativo sulla vita delle persone. Tuttavia, affermano anche che è importante ricordare che l’ecoansia non è una malattia mentale. È semplicemente una risposta naturale a una situazione pericolosa.

Cosa ha detto lo psichiatra Paolo Crepet

Paolo Crepet, noto psichiatra, sociologo e scrittore, esprime la sua preoccupazione sul fenomeno dell’ecoansia, sottolineando che è una forma d’ansia indotta.

L’ansia, secondo Crepet, non è sempre patologica, ma può essere una forza creativa, un elemento presente in ogni generazione.

Crepet è infastidito dal modo in cui l’ecoansia è stata rappresentata nel dibattito pubblico, in particolare dopo l’incontro tra la giovane Giorgia Vasaperna e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Secondo Crepet, gli adulti trasmettono ansie ai giovani che questi non avrebbero naturalmente, creando una sorta di “condizionamento riflesso.”

Crepet suggerisce che si dovrebbe andare oltre il semplice discorso sull’ecoansia e concentrarsi su azioni concrete, come la cessazione del consumo di droghe, che ha un impatto ambientale negativo.

L’ansia viene vista anche come un grande business che spinge al consumo di psicofarmaci e psicoterapie, senza risolvere il problema. Crepet sottolinea la necessità di azioni concrete piuttosto che l’indugiare nella paralisi dell’ansia.

Con un esempio concreto legato ai cambiamenti nella società, come l’uso dell’aria condizionata, Crepet illustra come l’ansia sia legata alle aspettative e ai cambiamenti culturali, piuttosto che a veri problemi insormontabili.

Conclusione

L’ecoansia è un segnale di allarme importante che richiede l’attenzione di governi, organizzazioni e individui. Le sue implicazioni vanno oltre il disagio individuale, influenzando le decisioni di vita e richiedendo un’azione urgente sul fronte ambientale.

Attraverso l’educazione, il sostegno e l’azione collettiva, è possibile trasformare questo disagio in un movimento positivo verso un futuro sostenibile.

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