SAR, le luci rosse in cielo simili all’aurora boreale
Non era aurora boreale. Le enigmatiche luci rosse che hanno attraversato il cielo italiano il 5 novembre non erano il frutto dell’aurora boreale, ma di un fenomeno altrettanto affascinante noto come SAR, o “arco aurorale rosso stabile“, stable auroral red (SAR) arc per essere ancora più precisi.
Cosa sono i SAR e come si originano
Nonostante la loro somiglianza con le aurore rosse, i SAR sono qualcosa di diverso, un fenomeno raro che è stato descritto scientificamente solo nel 1956. La serata del 5 novembre, infatti, ha presentato uno scenario quasi indistinguibile da un’aurora boreale rossa, con l’intero cielo tinto di un colore vivido e distinto, tanto da essere visibile a occhio nudo.
I SAR si originano nell’alta atmosfera, a un’altezza di oltre 300-400 km, e sono il risultato dell’eccitazione dell’ossigeno, ma a differenza delle aurore boreali, non sono causati direttamente dalle particelle cariche solari, bensì dalla dinamica delle fasce di Van Allen.
Queste fasce, a forma di ciambella, circondano la Terra e intrappolano le particelle solari grazie al magnetismo terrestre, e in particolare, è la fascia interna a dare vita ai SAR. Le particelle all’interno di questa fascia creano flussi circolari di cariche che si comportano come correnti elettriche di alta quota, conosciute come correnti ad anello.
Un significativo afflusso di materiale dal Sole, come avvenuto poco prima del 5 novembre con due espulsioni di massa coronale, può indebolire il campo magnetico terrestre tanto da abbassare l’altitudine di queste correnti ad anello. Quando interagiscono con l’alta atmosfera, trasferiscono energia termica all’ossigeno presente, generando gli splendidi archi rossi luminosi che possono essere facilmente confusi con le aurore.

Differenze tra aurora boreale e SAR
Nonostante le somiglianze visive, ci sono differenze cruciali tra SAR e aurore boreali:
- I SAR possono essere osservati a medie latitudini a causa della posizione delle fasce di Van Allen, mentre le aurore si manifestano solitamente intorno ai poli e a medie latitudini solo in caso di disturbi geomagnetici particolarmente intensi.
- I SAR sono caratterizzati da un colore quasi “monocromatico”, mentre le aurore tendono a esibire una gamma più ampia di lunghezze d’onda e, di conseguenza, una varietà di colori. Questa differenziazione cromatica è un indizio chiave per distinguere i due fenomeni, oltre alla loro posizione nel cielo e alle condizioni in cui si manifestano.
Conclusione
In conclusione, l’osservazione di SAR sul cielo italiano rappresenta un evento straordinario e suggestivo, capace di incantare e allo stesso tempo di incrementare la nostra comprensione dei misteriosi e dinamici processi che avvengono nella parte superiore della nostra atmosfera.
*Foto in evidenza @duca86 su X